DAL DIARIO DI AGOSTO

  • SCARABICCHI
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Preparazione

a Liana

 

 

L’ora di quiete è quando calma il vento. Gli oleandri e le palme del lungomare stanno fermi, gli ombrelloni chiusi. Dalla finestra aperta sul giardino vedo il passeggio prima di cena. Voci e il viavai di gente in quell’assurdo muoversi per un niente estivo. Oltre il cancello, di qua, il gran daffare di merli e passeri e noi che siamo già dentro la partitura della cena per celebrare il crescendo del brodetto di Grottammare nel venerdì di agosto che ci ospita. Da poco soffrigge, nell’olio di oliva, la cipolla minuziosamente tagliata e quattro spicchi d’aglio interi. Quando avran preso calore e donato il loro profumo alla cipolla che si indora, verranno tolti e sarà il prezzemolo tritato, a volontà, a precedere, di poco, i pomodori rossi sbucciati e tagliati a pezzettini. Insaporito il pomodoro (il sale e il pepe in giusta dose), del vino bianco secco - un bicchiere - con due gocce di aceto. Appena amalgamato il vino al sugo, se ne toglie una tazza e si comincia ad “accomodare” nella teglia il pesce: sogliole, triglie, scampetti, polipi, testole, seppie, calamari, sgombri, merluzzi, sardine, canocchie. Più il pesce è misto e migliore sarà la riuscita del brodetto. La cottura deve essere graduale; richiedono più tempo i polipi, le seppie, i calamari, le canocchie, che scenderanno subito; dopo un po’ seguiti dagli altri con le spine. Infine, sul pesce ben stipato gocciolerà il sugo della tazza lasciato a riposare. Ancora del sale. Il recipiente viene chiuso da un coperchio in ferro smaltato. La cottura sarà, da sotto, con il fuoco, da sopra col vapore.

Ascolto il silenzio di stoviglie, bicchieri, posate e sedie, la loro presenza dignitosa. Mi piace il parlottare, in casa, la piccola agitazione che precede l’inizio.

Giacomo, nascosto da qualche parte, attende Chiara, nell’incendio nero dei capelli e degli occhi, che finge, smarrita, di cercarlo.

Se calano i rumori, la risacca sembra sia a ridosso della soglia di casa, nel ritmo ternario e perenne delle piccole onde.

 

 

Francesco Scarabicchi, poeta, vive a Ancona.