FRICO

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Preparazione

Il frico si fa con uova, crodies, olio, una pentola, del fuoco, un mestolo di legno, tutte cose da associare e spartire variamente. Il frico mi fa pensare ad Annibale, il casaro di Caporiacco che portava gli zoccoli e sembrava calzasse dei rumori ai piedi, e aveva un grembiule fatto da medico. Nella latteria c’erano conche di rame, crepacci enormi e fondi dove il formaggio nasceva, intrappolato in un guanto di tela che serviva per tirarlo su alla luce. Caporiacco si trova al centro del Friuli. Si precipitano le uova nella pentola velata di olio, poi le crodies, si accende il fuoco, col mestolo si sbattono le uova, le crodies devono sciogliersi, proprio fondere, diventare una pasta finché si forma una crosta gialla di terra; amministrare il tutto con giochi di mestolo e alzate o calate di fiamma. L’unico problema è la pazienza nel lasciare fondere le crodies. A proposito, le crodies sono i bordi del guanto, le orlature, in tipografia sarebbero i rifili, dal calzolaio le coste di cuoio strisciate via delle sagome. Sembrano cose da non servire a niente. Adesso che ci penso il frico vero è quello senza le uova, quelle infatti gli danno come un fiato di fieno, un odore di fonte, un po’ più borghese nell’insieme. Invece il frico senza uova ha l’urgenza del cibo fatto pensando a chi parte per la guerra o per un lungo viaggio, quando vorresti che lo stomaco fosse una scarsella e potesse conservare il più a lungo possibile quello che hai già mangiato o mangerai. L’ultima volta che l’ho mangiato c’erano le rondini in cielo, ero a Cividale e c’era C., ma anche C. è una rondine; il frico potrebbe essere un farlotto invece. La sua superficie sembra una piuma ruvida. La lama del coltello affondava, tagliava la pasta per tutta la sua profondità e la si sentiva battere dall’altra parte contro il fondo del piatto: si stava facendo sera.

Il frico non è che una frittata al formaggio. Anzi agli scarti di formaggio, ma non si provi con un altro formaggio. Non vale. Solo crodies. Potrebbe andare a finire come a chi ha preso l’ostia senza confessarsi o non pienamente a digiuno. Tutti al catechismo sapevamo cosa gli era successo.

 

Flavio Santi, poeta, vive a Novi Ligure.