SENZA TITOLO

  • LAMARQUE
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Preparazione

Premessa: sono una mangiona, una divora-tutto. Fin dall’infanzia. E risale appunto ai pasti solitari della mia infanzia il vizio di “mangiareleggere” come verbo tutto attaccato. Non concepisco le due azioni separate e quindi, poiché leggo tanto mangio tanto, o sarà più vero forse il contrario, poiché mangio tanto leggo tanto!

Quanto al cucinare, ahimé non so cucinare. Nel 1967, per il nostro primo Natale, mio marito Paolo mi regalò “Il cucchiaio d’argento”, ben 910 pagine di ricette, con la dedica che oggi mi fa tanto piangere: “per mangiare bene tutta la vita insieme tuo Paolo”. Tutta la nostra vita insieme furono dieci anni, e neppure in quelli lo feci mangiare bene, dimagriva a vista d’occhio.

Se valesse la regola di una generazione sì e una no, poiché mia madre sapeva cucinare benissimo e io per niente, per mia figlia Miryam potrebbe essere di nuovo il turno del cucinare benissimo. E come? Imparando da suo marito Giorgio naturalmente! E da se stessa, come, miracolosamente, mi pare stia succedendo.

E ora che ricetta posso mai darti, Meri? Ah, quella degli alberi di Natale! Gli alberi di Natale sono la mia passione e allora li metto anche in tavola. Dunque, prima la versione salata, poi quella dolce.

 

 

Albero di Natale salato

 

In ogni piatto di ogni ospite mettere in alto una fettina tonda di mozzarella. Nella riga sotto due fettine. Nella riga sotto tre. Nella riga sotto quattro e così via a seconda della grandezza del piatto. Si sarà così delineata la forma dell’albero di Natale coperto di neve. Distribuire qua e là sui rami caviale rosso come fossero rosse palline di Natale. Come tronco mettere due acciughe in verticale.

 

 

Albero di Natale dolce

 

In ogni piatto di ogni ospite mettere nella prima riga una fettina tonda di kiwi. Nella seconda due. Nella terza tre. Nella quarta quattro e così via a seconda della grandezza del piatto. Si sarà così delineata la forma dell’albero di Natale, ma senza neve. Distribuire allora sui rami fiocchetti di panna montata come fossero neve. E ciliegine rosse come fossero rosse palline di Natale. Come tronco mettere due gambetti di vaniglia.

Sono ammesse varianti. Si può fare anche il puntale.

 

 

Vivian Lamarque, poeta, vive a Milano.