RICETTA IPOTETICA

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Preparazione

Dosi: a piacere.

Ingredienti:

farina gialla

 farina bianca

 metà e metà?

 zucchero (poco se no diventa troppo dura)

 strutto, quanto basta per ottenere un aspetto granuloso della farina, burro, forse.

 

Bisogna lavorare con le mani le farine con lo strutto per incorporarlo bene, aggiungendo poco zucchero così l’impasto è un poco dolce.

Uova non mi pare proprio, ma le versioni sofisticate usano più zucchero perché mettono solo burro e altri ingredienti, ma in questo caso si tratta di sbrisolona di pasticceria. Roba moderna che non ha niente a che fare con questo altro dolce che ha un altro nome ed è più povero (si chiamalòbia, con la o aperta).

La farina lavorata si schiaccia in una teglia in uno strato spesso almeno 4-5 cm e si mette in forno, quando è cotta si intuisce.

Quando è fredda lalòbiaha un aspetto chiaro ed uno strato più farinoso sopra ad uno decisamente duro.

Qualcuno aggiunge all’impasto arachidi, oppure una fialetta di aroma di anice.

La vera versione scritta di questa ricetta è nella raccolta di ricette di mia madre (che è morta nel 1972) che stava chiusa in un quaderno e in una scatola di latta piena di ritagli vari, con ricette.

Non riesco mai a ricordarmi di ricopiare qualcuna di quelle ricette o meglio appunti di dosi, per fare dolci di carnevale o i piatti tradizionali della vigilia di Natale e Pasqua.

Comunque mi ricordo bene i foglietti vari dove mia  madre ha scritto niente di più che le dosi degli ingredienti. Come si esegue la ricetta è solo il ricordo di averla vista fare e soprattutto il ricordo di come può riuscire questo dolce molto semplice e perciò difficile, come quando si fanno le uova al tegamino o simili. Ricordo i commenti, è troppo dura perché ho messo troppo zucchero, non è cotta giusta, etc. Anzi mi viene in mente che questa torta povera è figlia di un altro dolce tradizionale da fare senza forno, perché cuoce sotto la cenere. Addirittura una volta abbiamo tentato pure di farne uno che si chiamapipasénerma come è fatto non mi ricordo proprio.

Stefano Arienti, artista, vive a Milano.