IL BAGNETTO VERDE

  • FERRERO
    FERRERO
    FERRERO

Preparazione

Avevo notato una cosa: si muoveva pochissimo. Conquistava una posizione centrale, il bacino appoggiato al tavolo, le gambe leggermente divaricate. Pensavo avesse le braccia elastiche, allungabili a dismisura, in grado di permetterle di raggiungere ogni angolo della cucina.

Il prezzemolo già scelto e lavato formava una gobba verde sul grande tagliere di legno. I miei occhi cercavano il riflesso della luce sulla mezzaluna prima che minuscoli frammenti verdi la rendessero opaca. Tata aveva la ferma determinazione di un rimorchiatore, era lenta e inesorabile: io avrei voluto essere esattamente come lei.

Le uova sode scomparivano nelle sue mani e le tre sfere gialle si frantumavano sul prezzemolo tagliuzzato mentre il bianco restava, inutile, sul bordo di un piatto. Filetti d’acciuga, sei sette otto, e capperi sotto sale sgocciolati, un piccolo pugno o due tre grandi pugni dei miei. E ancora la mezzaluna d’acciaio a sminuzzare e amalgamare, usata come un pala sulla neve. Toccava a me raccogliere il trito con un grande cucchiaio e trasferirlo nella ciotola a fiori. In un bicchiere stava l’aceto rossissimo e forte: Tata estirpava da alcune pagnotte la mollica, l’imbeveva e la strizzava prima di aggiungerla nelgrilet. Era lo stesso gesto che faceva quando dava pane secco ai colombi. «Ora puoi aggiungere l’olio e girare bene. Non saprei come fare se non ci fossi tu ad aiutarmi”.

 

Franco Ferrero, artista, vive a Torino.