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Preparazione

Questo era il dolce della mia infanzia, l’unico che mi piaceva veramente ed era anche il segno che ero arrivata alla Fossa, la adorata casa dei nonni. La Rachele, la prima persona al di fuori della famiglia che ho amato, pur di vedermi mangiare (ero molto molto inappetente) mi faceva il budino di cioccolata freddo con lo zabaione caldo che si spandeva come una colata d’oro sull’isola ovale, creata dallo stampo. Ma prima di quel meraviglioso rito, ce n’era un altro: leccare la cioccolata che si era attaccata sul fondo della pentola. Quando ho ritrovato questa ricetta, nel libro di Mariù Doria de ZulianiA tola coi nostri veci (Franco Angeli) ho provato quel divertito orgoglio che ti fa dire quella ero io e anche la sorpresa di leggere una piccola antologia della vita quotidiana scritta in veneziano. La musicalità della lingua e le ricette che provengono da tante case diverse, mi ha fatto sentire di nuovo alla Fossa, quando venivano gli amici e i parenti dei nonni.

 

Budin (o bodin) fredo de cicolata (casa Pasini, La Fossa, Treviso)

Desfar in t’un poco de late 50 gr scarsi de fecola de patate; quando che sta fecola la se sarà ben desfissia, se ghe zonta ancora 1/4 de late, 50 gr de butiro, 50 gr de sucaro, 50 gr de cicolata gratada. Metar tute ste robe su’l fogo in t’una cassariola, missiandole sempre co un cuciaro de legno fintanto che no se gavarà na crema de giusta fisessa. Da parte, bagnar de liquor un stampo de cristallo o de luminio; butarghe drento la crema, po metar el stampo in giassera, par qualche ora, fintanto ch’el se sarà ben indurio. Se serve co baicoli.

 

 

Francesca Pasini, critico, vive a Milano.