RICETTA PER PORTENTOSO MEDICAMENTO

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Preparazione

Tra noi bambini il gioco del “dottore” era tra i più comuni subito seguito dal “circo”, dal “mostro” e dalla “messa” (altri interessanti intrattenimenti di cui ci occuperemo in altre occasioni). Al “dottore” ci giocavamo spesso, io e i miei fratellini, e solitamente ero io, la più grande, a fare il “dottore”. Loro godevano dei solletichi, dei massaggi, dei piccoli dolorini che la mia attività comportava.

Il gioco non era per nulla immediato e semplice: occorreva il travestimento e la preparazione di tutto l’occorente. Solitamente il paziente veniva denudato, steso sul letto, ricoperto da un leggero lenzuolino e veniva addormentato perché non soffrisse durante il trattamento.

Il famoso chirurgo, completo di guanti da cucina, mascherina, grembiule (o grambiule come diceva mio fratello Alberto), coltellini vari, garze, finte siringhe, stetoscopi, cerotti, macchinette per l’aerosol, e quant’altro la casa potesse fornire (a seconda della presenza o meno dei genitori), preparava anche i farmaci di supporto all’operazione (solitamente addominale).

 

Questa la ricetta per preparare un efficace unguento:

ingredienti principali e costanti:

borotalco

acqua

alcool

crema nivea

ingredienti facoltativi:

dopobarba marca “Old Spice”

tempere di vari colori

vernicetta amarissima per non mordersi le unghie

 

La miscela, per essere veramente perfetta, deve avere il pregio di essere spalmabile ma anche quello di indurirsi nel giro di qualche minuto, così da simulare una sorta di ingessatura e lasciare il paziente incrostato e quasi impossibilitato a muoversi. Questa la serie di operazioni da fare e le dosi per un intervento di medie-piccole dimensioni:

in un pentolino per bambole versare tre cucchiai di borotalco, una quantità d’acqua tale da creare una pappetta e un cucchiaino di crema nivea (quella per mani, densa, nella tipica scatola di metallo blu). Miscelare bene il composto ed eventualmente filtrare con un colino. Versare il composto sugli appositi vassoietti di metallo e passarlo per qualche secondo (così da intiepidirlo) nel “Dolce forno”. Aggiungere l’alcool (in modo da dare un odore di medicamento) ma solo alla fine, onde evitare pericolo di incendi.

Cospargere la parte da medicare ed eventualmente fasciare. Nel caso di due o più operazioni in contemporanea, differenziare il medicamento colorando con le tempere e profumandolo con altre essenze.

Nel caso il paziente si svegliasse dall’anestesia o si lamentasse durante l’intervento, cospargergli di sostanza amara (usando l’apposito pennellino) le labbra in modo da zittirlo definitivamente. Non usare la pappina su capelli e sopracciglia se non si è previsto di effettuare al paziente un bagno o una lunga doccia subito dopo il trattamento.

 

 

Alessandra Galbiati, artista, vive a Milano.